SE LA RISPOSTA NON è PRONTA

Non riesci a ribattere a tono alle provocazioni o alle frecciatine?
Ecco qualche consiglio e un segreto: non rispondere, qualche volta, è un bene

È un’arte sottile quella di chi sa rispondere a tono, in equilibrio tra una parola di troppo e una rimasta in gola. C’è chi non esce mai sconfitto da una conversazione e riesce sempre a reagire prontamente con una battuta che rimette al suo posto gli “aggressori verbali”; e c’è invece chi resta regolarmente spiazzato e, dinanzi a una frecciata o a un commento poco gentile, incassa e rimane lì, mortificato e un po’ frustrato. Salvo poi elaborare a mente fredda la risposta perfetta, quella che avrebbe ribaltato la situazione, o almeno salvato la propria posizione. Ma quando è ormai troppo tardi.

BATTUTE DA ASCENSORE
Esprit de l’escalier, ovvero “spirito della scala” è l’espressione, coniata dal filosofo Denis Diderot, che indica la risposta giusta venuta in mente troppo tardi. Sulle scale, appunto: ospite di un ricevimento in un palazzo nobiliare, Diderot si sentì rivolgere una frase pungente che gli fece perdere la testa. E solo una volta lasciato il salone, sulla scalinata che conduceva alla porta d’uscita del palazzo, il pensatore partorì una risposta intelligente e brillante, alla sua altezza: a quel punto, inutile. Della stessa sindrome soffrono ancora oggi molte persone. Tant’è che, in ambito anglosassone, esiste un’espressione simile, adattata ai tempi: elevator wit, ovvero il motto di spirito quando ormai si è in ascensore.

MAI TROPPO IN LÀ
Perché a molti non viene la risposta giusta al momento giusto? Spesso è questione di emotività: sentire una cattiveria, può davvero raggelare. Se poi si aggiunge il fattore insicurezza, la paura di essere giudicati o di fare una figura anche peggiore, il gioco è fatto. Oppure è questione di senso d’inferiorità: l’altra persona ci mette in difficoltà, ci fa sentire inadeguati e, di conseguenza, l’impossibilità a reagire. Emotività e insicurezza possono però innescare anche un meccanismo opposto: l’aggressività. Insomma, lo slancio fa perdere il controllo e si va troppo in là. In questi casi, il silenzio è quasi preferibile.

UN, DUE, TRE… DIECI
Chi ha detto che reagire con prontezza sia sempre un pregio? Certo, avere la battuta pronta ci fa sembrare brillanti e spiritosi, ma può anche renderci antipatici. «Apparire troppo intelligenti», spiega lo psicologo Luciano Provenzano, «non è quasi mai un pregio. Se fra amici può funzionare, in campo lavorativo molto meno, giacché il rischio di pagarla cara è elevato. In amore, funziona una volta sì e due no».
Insomma, prima di rispondere a tono, un po’ di pragmatismo non guasta: conviene fare un rapido bilancio tra costi e benefici. E anche se siamo abituati a guardare con ammirazione le persone dalla risposta pronta, paradossalmente sono proprio loro a rischiare di rimetterci, in termini di stima e affetto da parte del prossimo. La risposta pungente, pur se legittima, può ferire e restare indelebile nella mente di chi l’ha ricevuta. Del resto, lo dice anche la saggezza popolare: «Prima di rispondere, conta fino a 10».

GESTIRE LE EMOZIONI
Quando non si sa bene che cosa dire a caldo e il cervello va in tilt, occorre prima di tutto prendersi il tempo per respirare. Perché non conta tanto rendere subito pan per focaccia, ma gestire le proprie emozioni. L’importante
è non farsi condizionare, restare sereni ed equilibrati.
E se mentre noi riprendiamo il controllo, la persona che ci ha provocato se n’è già andata? Forse non è poi così grave, se noi stiamo bene. E magari, evitando di rispondere d’impulso, abbiamo scongiurato probabili incidenti diplomatici. Non dimentichiamo, infatti, che anche le persone dalla risposta caustica possono subire l’esprit de l’escalier. Magari facendosi venire in mente in ritardo qualcosa di un po’ meno offensivo di quello che hanno già detto. Ma ormai il danno è fatto.

ARMONIA NEL CONVERSARE
L’ideale sarebbe avere sempre la scelta: risposta pronta o silenzio. E se è vero che il motto di spirito è una dote innata, è altrettanto vero che si può esercitarlo e stimolarlo. Per esempio imitando chi, sulla battuta, ha costruito una carriera. Film e libri offrono un ricchissimo serbatoio di battute a cui attingere. Magari per alleggerire gli animi, per ricomporre un’armonia nella conversazione, anziché appesantirla.
 

 Nemici-amici
«Tieni i tuoi amici vicini, ma i tuoi nemici più vicini». Dal film Il padrino – Parte II di Francis Ford Coppola, 1974 (da dire abbracciando chi ci ha offeso).
 Bla bla bla
«Sei solo chiacchiere e distintivo!». Dal film The Untouchables – Gli intoccabili di Brian De Palma, 1987 (da ribattere ridendo a un arrogante).
 Esagerare
«Sono andato in overdose di me stesso». Dal film Harry a pezzi di Woody Allen, 1997 (da trasformare in: «Sei andato in overdose di te stesso?», replicando a un pallone gonfiato).
 Scarsa memoria
«Beati gli smemorati, perché avranno la meglio anche sui loro errori». Citazione di Nietzsche dal film Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry, 2004 (da citare a chi ci rinfaccia un errore e dimentica il suo).