Come mai si chiama bruschetta?

Scopriamo insieme le origini della bruschetta, l'aperitivo croccante per eccellenza che sembra sia nato tra Lazio e Toscana ai tempi del Sacro Romano Impero.

COME MAI SI CHIAMA BRUSCHETTA?

Ci sono ancora tante rivendicazioni sulla nascita del nome Bruschetta, ma la più accreditata ormai è che derivi dal dialetto romano: bruscare, infatti, significa abbrustolire, o in alternativa brusca, una spazzola che veniva usata e della quale le setole, se accarezzate in cima, ricordano la consistenza di questo tipo di pane. In più, nelle diverse regioni italiane la fetta di pane abbrustolito e condito è chiamata in modi diversi: “fettunta” in Toscana; “soma d’aj” in Piemonte e “fedda ruscia” in Calabria.

MA COME NASCE QUESTA RICETTA?

In un passato molto remoto, gli agricola, i contadini che lavoravano la terra nell’Impero Romano, erano una delle classi sociali più umili e non potevano concedersi di sprecare del cibo. Così, per conservare e riutilizzare intelligentemente la pagnotta la tagliavano e abbrustolivano, trasformando la durezza data dal tempo in croccantezza. E poi, ci versavano sopra un semplice filo d’olio, rendendolo il piatto gustoso che è giunto fino a noi!

E OGGI?

Ai giorni nostri sono cinque le bruschette più diffuse in Italia. Se siete dei tipi classici, potete provare aglio e olio, oppure pomodoro e basilico. Per chi vuole ancora più sapore, con i peperoni è consigliatissima, altrimenti le fave e il pecorino si esaltano a vicenda sopra il pane. Per i più eleganti, infine, abbiamo la bruschetta con salmone e formaggio spalmabile