Cosa c’è di meglio in tempo di vendemmia che andare per cantine? E dove se non in quell’angolo di Piemonte dalla più forte vocazione enologica? Eccoci dunque tra Langhe, Roero e Monferrato, territorio che dal 2014 è Patrimonio Unesco. Ricchissimo di storia e di prodotti gourmet: il tartufo bianco di Alba, per esempio, o il Barolo, il re dei vini e vino da re…
A casa dei trifulau
Qui il tartufo è declinato in tutte le sue forme, dallo scorzone estivo (maggio-ottobre) al pregiatissimo bianco d’Alba, conteso a migliaia di euro nelle varie fiere autunnali: quella internazionale di Alba (www.fieradeltartufo.org), ma anche le non meno rinomate di Vezza d’Alba, Moncalvo, Canelli e Montechiaro d’Asti, che si svolgono tutte tra ottobre e dicembre. In ogni caso, per entrare nell’affascinante mondo del tartufo bisogna recarsi a Costigliole d’Asti, nella casa di famiglia di Natale Romagnolo e suo fratello Giorgio, trasformata in punto d’incontro, didattico e sensoriale, degli amanti di questo fungo ipogeo capace di trasformare ogni piatto. Dal semplice uovo al tegamino ai tajarin piemontesi, ai risotti, alla tartare di carne (www.lacasadeltrifulau.it).
A ritmo lento
La tappa successiva ci porta a Brà, cittadina del cuneese assurta agli onori delle cronache gastronomiche nel 1986 quando qui venne fondato il movimento Slowfood. Infatti qui tutto parla di sapori antichi e lente piacevolezze del gusto. A cominciare dalla pasticceria Converso (www.converso.it), tipico locale carico di storia e prelibatezze. Ovviamente a km zero, come i marrons glacè e il panettone piemontese. Ma ci sono almeno due altri buoni motivi per fermarsi e degustare: il formaggio Brà dop, sia tenero (45 giorni di stagionatura), sia duro (oltre 6 mesi) e la salsiccia di Brà, prodotta solo a livello artigianale (macelleria Scaglia, tel. 0172412570 www.macelleriascagliabra.it),
a base di carne bovina, razza Fassona piemontese allevata allo stato semibrado.
Rocche e cantine
Da Brà, il viaggiatore gourmet ha due possibili direzioni da seguire a tema enologico. Verso nord il paese di Canale per fare sosta alla Cantina Giacomo Vico, in attività dal 1890 (www.giacomovico.com). Durante la vendemmia l’elegante salone d’accoglienza ospita degustazioni e workshop aperti al pubblico per conoscere i grandi vini delle Langhe-Roero: Nebbiolo, Brachetto, Barbera (“la” barbera: al femminile) vinificati in purezza, ma anche Roero Arneis e Favorita, due straordinari bianchi che non ti aspetti in un territorio votato ai grandi rossi. A un paio di km da Canale, il paesino di Santo Stefano Roero può essere la base per qualche escursione
nell’Ecomuseo delle Rocche (www.ecomuseodellerocche.it). Le “rocche” in questione sono formazioni geologiche di arenaria che costellano il paesaggio, erti pinnacoli color miele che si staccano qua e là dal dolce ondulato delle colline. A piedi, in mountain bike o a cavallo, una fitta rete di sentieri ottimamente segnalati permette di godere appieno la natura. Con soste, magari, in uno ciabot: rustico capanno un tempo utilizzato dai vignaioli per la
loro attività, oggi piccole oasi del buon bere tra i filari.
Il nobile Barolo
Verso sud, la meta è il paese di Barolo, passando magari dal belvedere di La Morra a balcone sull’altopiano circondato da colline il cui microclima favorisce la coltivazione dei vitigni più pregiati. Come, appunto, il Barolo. La cantina più blasonata è quella dei Marchesi di Barolo (www.marchesibarolo.com) che risale a due secoli fa. La visita in tempo di vendemmia è un’esperienza unica per capire il territorio e le sue eccellenze. Un prodotto su tutti: il Barolo chinato, pregiatissimo vino da meditazione. In paese, l’antico Castello Falletti ospita il Wi-Mu (www.wimubarolo.it), ossia il Museo del Vino. Ai piedi del castello, un altro luogo imperdibile:il Museo dei Cavatappi (www.museodeicavatappi.it): centinaia di esemplari provenienti da tuttoil mondo e realizzati a partire dal ‘600.
Tradizione casearia
La conclusione dell’itinerario ci porta a Dogliani, nelle Alte Langhe cuneesi, e, più precisamente, a Cascina Lia (www.caseificiocascinalia.it), azienda agricola con caseificio gestita da una giovane coppia che ha scelto di dedicare le proprie energie al recupero dei sapori tipici della tradizione langarola. Qui pecore e capre vengono allevate senza l’ausilio della chimica, in totale armonia con il territorio che dalla casa colonica spazia sull’alta valle del Tanaro con il Monviso di sfondo. Il risultato è una gamma straordinaria di formaggi freschi e stagionati in cui si colgono tutti gli aromi dei pascoli d’altura.
Dove mangiare e dormire
Pollenzo, frazione di Brà (Cn).
• Hotel La Corte Albertina (tel. 0172458410 www.albergocortealbertina.it) è ricavato in un magnifico complesso sabaudo di tardo ottocento.
• Ristorante Albergo dell’Agenzia (www.albergoagenzia.it/ristorazione) declina i sapori del territorio con ardite interpretazioni di alta cucina.
• Carpe Noctem et Diem (tel. 3391019233 www.carpenoctemetdiem.it),suggestivamente ricavato in un’antica scuderia.