Quando portarlo fuori non è una passeggiata

Cosa fare se strattona, abbaia al tram, attacca le biciclette?
La parola all’esperta

In casa è un angelo, affettuoso e sereno. Ma quando lo portiamo fuori si trasforma e la passeggiata diventa un inferno. «Può succedere che un cane che non ha problemi di socializzazione quando è in un ambiente tranquillo, manifesti invece grandi difficoltà in strada, quando è sottoposto a troppe sollecitazioni», premette Silvia Bianco, educatore e istruttore riabilitatore (www.petservicesitalia.it). «Fondamentale è capire quali sono le cause del problema: la prima cosa da chiedersi è “perché lo fa”».

Le motivazioni
Ogni cane ha delle motivazioni, che definiscono ciò che cerca nel mondo, le proposte che prova a fare per ricevere gratificazione. «Nel caso dei cani “agitati” in strada, le motivazioni potrebbero essere di due tipi: predatoria e di controllo. Per quanto riguarda la prima, il cane ha nel suo Dna la caccia, è attratto dal movimento, vede la bicicletta o le auto come ipotetiche prede.
Per la seconda, vuole fermare ciò che si muove, non per predarlo, ma per bloccarlo, per controllarlo, come fanno per esempio i cani pastori». Il cane in strada si sente ipersollecitato: auto, bus, tram, biciclette, bambini e persone che corrono, urla, clacson… «Spesso gli animali che non conoscono questa situazione, perché magari sono stati adottati e portati in città dalla campagna o hanno vissuto in isolamento, hanno una reazione istintiva di disagio e di paura, che li porta ad agitarsi: c’è chi scappa e chi attacca, abbaiando e anche mordendo».
 
Che cosa si può fare
Se il proprietario dell’animale capisce le ragioni del comportamento del cane, poi può agire nel modo più efficace. Per riuscire in entrambi gli intenti, è utile interpellare un istruttore che, dopo avere osservato il comportamento del nostro amico a quattro zampe, sarà in grado di aiutarci a gestirlo al meglio in questa difficoltà. «La domanda da porsi è: “Questa situazione è adatta al mio cane?”. Probabilmente la risposta è che il traffico dell’ora di punta di una grande città non è l’ambiente ideale per lui. Quindi, meglio scegliere orari e luoghi che consentano di abbassare i livelli di stress dell’animale. Non ha senso insistere con le solite abitudini, non si adatterà, al massimo lo sopporterà, ma infliggendosi una grande frustrazione», spiega l’istruttrice. Quindi, ok ad uscire alla mattina molto presto, quando la città è più silenziosa e poi poco alla volta passare a orari più trafficati. Molto utile poi scegliere un luogo strategicamente protetto, come una panchina del parchetto con vista sulla strada, e trascorrere lì un po’ di tempo, in modo che il cane possa osservare, ascoltare, annusare le situazioni più movimentate da una certa distanza, senza sentirsi direttamente coinvolto da quelle dinamiche. Così può avere consapevolezza di situazioni ancora sconosciute e imparare come funziona l’ambiente esterno in cui vive. È importante fargli capire che è compreso, protetto, che non lo si obbliga a fare qualcosa per cui non è pronto. Altre strategie: non attraversare la strada proprio quando passa il tram, ma cercare di mantenere sempre una distanza fisica che non metta in allerta il cane. Per farlo, attuare delle strategie di evitamento, cambiando strada se in lontananza si vede una situazione problematica: questo farà percepire al cane che avete il controllo della situazione, che non deve preoccuparsi anche per voi. Se l’ostacolo salta fuori all’improvviso, sotto forma di bicicletta o di bambini che corrono urlando, il proprietario può interporsi tra il cane e l’imprevisto, dando così l’impressione al quadrupede che il problema sia più lontano, o comunque che se ne sta occupando l’amico umano e lui non deve preoccuparsi.

Un metodo
È fondamentale che tutte le persone che si occupano del cane adottino sistematicamente, con coerenza, gli stessi comportamenti di educazione e aiuto nelle medesime situazioni, così i ruoli saranno definiti: lui saprà che è in buone mani, che gli umani sono in grado di gestire la situazione e che lui può rilassarsi, ricoprendo il ruolo di gregario. «Sì, perché spesso, quando il cane si agita, va in reattività e ha comportamenti aggressivi, anche noi abbiamo reazioni scomposte che fanno preoccupare ulteriormente il cane che pensa: “se non te ne occupi tu me ne devo occupare io”. Riassegnargli il ruolo di gregario lo farà rilassare», chiarisce l’istruttrice.

No a strattonarlo al guinzaglio

Nelle situazioni di difficoltà, l’amico umano deve calmare il cane, non sgridarlo, bloccarlo, frustrarlo. Quindi in strada, quando è al guinzaglio, no a strattonarlo se tira verso qualcosa. «Il suo tirare è segnale che è attratto da quella cosa, che sia una bici o delle persone. Vuole fermare o predare ciò che vede muoversi e prova una continua frustrazione, non si può calmare perché si presentano sempre nuovi oggetti di attrazione. L’esperta consiglia di cambiare direzione e evitare di sgridarlo, perchè non servirebbe.
Meno stimoli visivi
«In generale, sarebbe meglio evitare di proporgli
di continuo stimoli visivi: spesso gli diciamo “guarda
chi arriva, guarda cosa c’è”, accompagnando le parole con la gestualità. Ma al cane va lasciata la sua attitudine che è più olfattiva che visiva, è attraverso l’olfatto che riesce a reperire più informazioni sul contesto
ambientale in cui vive. Quindi, via libera ai giochi di
olfatto (come nascondere cibo o giochi nell’erba o
sotto le foglie) oppure alla MobilityDog urbana, esercizi che danno la possibilità al cane di entrare maggiormente in contatto con il suo amico umano».